Colesterolo remnant: monitorarlo permette di ridurre i danni cardiovascolari

Tenere sotto controllo i valori del colesterolo remnant in pazienti con buoni livelli di colesterolo lipoproteico a bassa densità potrebbe ridurre il rischio di sviluppare la malattia cardiovascolare aterosclerotica, secondo uno studio pubblicato su Medicine.

“L’attuale trattamento di prima linea per la malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD) prevede la riduzione dei livelli di colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C) del paziente attraverso l’uso di farmaci ipolipemizzanti. Tuttavia, anche quando altri fattori di rischio come l’ipertensione e il diabete vengono gestiti efficacemente, rimane un rischio cardiovascolare residuo in alcuni individui, nonostante il raggiungimento dei livelli target di LDL-C con statine e nuovi farmaci ipolipemizzanti” spiega Li Wang, del Quanzhou Traditional Chinese Medicine Hospital, Quanzhou, Fujian, Cina, che ha diretto il gruppo di lavoro.

I ricercatori hanno approfondito l’argomento, e hanno visto che in passato si riteneva che questo rischio fosse associato a componenti lipidici diversi dal colesterolo LDL, come i trigliceridi. Tuttavia, riferiscono anche che studi recenti hanno svelato il ruolo cruciale del colesterolo remnant (RC) nell’aterosclerosi. Numerose prove provenienti da indagini epidemiologiche e studi genetici dimostrano che il colesterolo remnant gioca un ruolo significativo nel predire l’incidenza dell’ASCVD. Gli esperti ritengono che, come nuovo marcatore per la previsione dell’aterosclerosi, il colesterolo remnant dovrebbe avere la priorità nell’attenzione e nell’intervento tra gli individui ad alto rischio di ASCVD una volta che il colesterolo LDL sia adeguatamente controllato. Pertanto, suggeriscono che la riduzione dei livelli del colesterolo remnant attraverso l’uso di vari farmaci ipolipemizzanti possa produrre benefici a lungo termine. “Comunque, i test di routine per il colesterolo remnant nella pratica clinica rimangono controversi, e saranno necessarie ulteriori ricerche per valutare i vantaggi della riduzione dei valori di questo marcatore nei pazienti ad alto rischio di ASCVD” concludono gli autori.

Medicine (Baltimore). 2024 Jul 5;103(27):e38754. doi: 10.1097/MD.0000000000038754.

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